Gli studenti del liceo Cervantes:
«Lo spagnolo è il nostro successo»
A Roma l’unica scuola pubblica finanziata da Madrid e frequentata da 350 alunni. La preside, Delia Armas: «La nostra lingua ci dà una marcia in più»
Toglie il fiato il
panorama che si gode dalla terrazza del Liceo Cervantes di Roma.
L’istituto, che quest’anno compie 40 anni, è al centro di un vero e
proprio distretto spagnolo - a due passi l’Accademia e la residenza
dell’ambasciatore - e accoglie alunni dai 3 ai 18 anni. «Abbiamo 350
alunni, 200 alla primaria e 150 che frequentano le medie e le superiori
- dice la preside Delia Armas - La metà sono figli di spagnoli e
sudamericani, ma abbiamo anche molte famiglie miste, spesso la mamma
spagnola e il papà italiano. E poi ci sono anche tanti stranieri che non
hanno nessun legame con la Spagna ma che riconoscono alla nostra lingua
una marcia in più».
Scuola bilingue
Da
non confondere con l’omonimo istituto di cultura - che ha più sedi in
Italia e che si occupa della promozione della lingua - la scuola
pubblica Cervantes ha un’unica sede a Roma. «Tutta la didattica è in
spagnolo, ma ci sono anche ore di cultura e lingua italiana» dice la
preside che racconta tanti successi tra i banchi. «Ci sono ragazzi che
arrivano qui senza aver mai parlato spagnolo: tempo tre mesi e sono
capaci di esprimersi bene. Ricordo anche il caso di una ragazza di 14
anni che aveva la mamma sudamericana: quando è arrivata non conosceva
mezza parola. Alla fine si è diplomata senza problemi».
Un anno in meno
La
scuola - nata durante la dittatura di Franco «per permette agli esuli
di mantenere un legame con le proprie origini» - è finanziata dal
ministero dell’istruzione spagnolo. La possibilità di studiare in
profondità una lingua straniera fa gola a molte famiglie e ogni anno
sono in tanti a rimanere fuori dalle graduatorie. A far gola anche il
fatto che il ciclo didattico dura un anno in meno: «I nostri ragazzi
escono a 18 anni. E scelgono di fare la maturità italiana o spagnola. La
maggior parte, comunque, fa tutte e due» sorride la preside.
Spagnolo, lingua del futuro
Ma
qual è la marcia in più di questi ragazzi? «Noi parliamo italiano e
anche spagnolo e questo ci dà un vantaggio» rispondono un po’ tutti i
ragazzi. E non hanno tutti i torti, guardando alla carriera degli ex
alunni (tra cui si conta qualche ministro). Alunni che restano tutti
molto legati alla scuola:sono numerosi i forum
e i gruppi su Facebook in cui si ritrova chi anni fa ha frequentato
questi banchi. «Lo spagnolo è la lingua del commercio, degli scambi, ed
è sempre più diffusa anche qui in Italia - spiega la preside -. Per
questo non mi trovano d’accordo le parole del ministro dell’Istruzione,
Stefania Giannini, che ha detto che punterà sull’inglese. Ormai non
basta una sola lingua straniera».
Fuente: Il Corriere
Fuente: Il Corriere
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