sábado, 27 de agosto de 2016

Pablo Neruda y García Márquez hablando de géneros literarios



Gabriel García Márquez y Pablo Neruda frente a frente hablando de literatura y de géneros literarios. El primero hace de entrevistador, el segundo, recientemente galardonado con el Premio Nobel de literatura, hace una defensa impetuosa de la narrativa “no se puede prescindir de la novela… la novela es el bistec de la literatura”. El poeta chileno lo tiene claro, la novela es el plato fuerte de la literatura, el que te sacia. La pregunta del escritor colombiano no se hace esperar: “si la novela es el bistec ¿qué sería la poesía?”. Su respuesta: “la poesía debe ser algo más íntimo, más recogido… Una comunicación secreta, intransferible, con partes del alma del poeta y de la persona que está leyendo, y esa comunicación subjetiva existe y es verdadera”
Todo un lujo.

sábado, 13 de agosto de 2016

Un angolo di pace, sopra il caos di Trastevere.

Gli studenti del liceo Cervantes:
«Lo spagnolo è il nostro successo»

A Roma l’unica scuola pubblica finanziata da Madrid e frequentata da 350 alunni. La preside, Delia Armas: «La nostra lingua ci dà una marcia in più»

 

Toglie il fiato il panorama che si gode dalla terrazza del Liceo Cervantes di Roma. L’istituto, che quest’anno compie 40 anni, è al centro di un vero e proprio distretto spagnolo - a due passi l’Accademia e la residenza dell’ambasciatore - e accoglie alunni dai 3 ai 18 anni. «Abbiamo 350 alunni, 200 alla primaria e 150 che frequentano le medie e le superiori - dice la preside Delia Armas - La metà sono figli di spagnoli e sudamericani, ma abbiamo anche molte famiglie miste, spesso la mamma spagnola e il papà italiano. E poi ci sono anche tanti stranieri che non hanno nessun legame con la Spagna ma che riconoscono alla nostra lingua una marcia in più».



Scuola bilingue
Da non confondere con l’omonimo istituto di cultura - che ha più sedi in Italia e che si occupa della promozione della lingua - la scuola pubblica Cervantes ha un’unica sede a Roma. «Tutta la didattica è in spagnolo, ma ci sono anche ore di cultura e lingua italiana» dice la preside che racconta tanti successi tra i banchi. «Ci sono ragazzi che arrivano qui senza aver mai parlato spagnolo: tempo tre mesi e sono capaci di esprimersi bene. Ricordo anche il caso di una ragazza di 14 anni che aveva la mamma sudamericana: quando è arrivata non conosceva mezza parola. Alla fine si è diplomata senza problemi».
Un anno in meno
La scuola - nata durante la dittatura di Franco «per permette agli esuli di mantenere un legame con le proprie origini» - è finanziata dal ministero dell’istruzione spagnolo. La possibilità di studiare in profondità una lingua straniera fa gola a molte famiglie e ogni anno sono in tanti a rimanere fuori dalle graduatorie. A far gola anche il fatto che il ciclo didattico dura un anno in meno: «I nostri ragazzi escono a 18 anni. E scelgono di fare la maturità italiana o spagnola. La maggior parte, comunque, fa tutte e due» sorride la preside.
Spagnolo, lingua del futuro
Ma qual è la marcia in più di questi ragazzi? «Noi parliamo italiano e anche spagnolo e questo ci dà un vantaggio» rispondono un po’ tutti i ragazzi. E non hanno tutti i torti, guardando alla carriera degli ex alunni (tra cui si conta qualche ministro). Alunni che restano tutti molto legati alla scuola:sono numerosi i forum e i gruppi su Facebook in cui si ritrova chi anni fa ha frequentato questi banchi. «Lo spagnolo è la lingua del commercio, degli scambi, ed è sempre più diffusa anche qui in Italia - spiega la preside -. Per questo non mi trovano d’accordo le parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che ha detto che punterà sull’inglese. Ormai non basta una sola lingua straniera».



                                                                                                 Fuente: Il Corriere