miércoles, 10 de mayo de 2017

Riflessioni sugli errori nell´apprendimento di una lingua straniera

Gli studi di pedagogia e di linguistica hanno elaborato molte teorie sulle modalità di affrontare gli errori nell’insegnamento di una lingua straniera.
In passato, l’errore veniva spesso percepito come qualcosa di assolutamente negativo, da evidenziare in rosso. Questa percezione poneva al centro dell’attenzione i contenuti da trasmettere e la valutazione dell’alunno, tesa ad demonizzare gli errori commessi, sottolineando la scarsa applicazione da parte dell´allievo. Da una concezione esclusivamente negativa dell’errore come azione da sanzionare, si è passati ad una visione positiva dell’errore come risorsa, come punto di partenza per il successo dell’apprendimento e quindi, come parte integrante del processo di acquisizione di una lingua straniera.

L’alunno, con le sue emozioni, ha acquisito un’importanza fondamentale diventando il centro del processo di apprendimento. Un alunno sicuro di sè è un alunno che ha maggiori possibilità di successo, quindi è importante che i docenti lavorino in modo da poter costruire la sua fiducia personale e l’autostima. Gli insegnanti devono impegnarsi per creare un clima sereno in classe, per dissipare le paure e favorire l’abbattimento delle “barriere affettive”, evitando qualsiasi tipo di condotta che possa generare uno stato di insicurezza che comporti un rallentamento della evoluzione formativa dell´allievo. Il docente deve avere un atteggiamento propositivo anche davanti alle difficoltà dell’alunno, rispettando i suoi tempi, evidenziando i suoi punti di forza e aiutandolo a gestire le difficoltà. L’alunno deve comprendere che è proprio sbagliando che si impara, deve commettere errori in maniera sistematica, capirli e trasformarli, diventando sempre più in grado di autocorreggersi.

Gli errori che avvengono con maggiore frequenza nell’apprendimento di una lingua straniera derivano, nella maggior parte dei casi, dall’interferenza della lingua madre e non solo dal livello di complessità dell’ argomento. Ad esempio, tra gli errori piú frequenti commessi dagli italofoni, quando parlano spagnolo, ritroviamo l’uso del doppio ausiliare nei tempi verbali composti, mentre nella lingua spagnola i tempi composti si formano con un solo ausiliare: una struttura piú semplice che però comporta un numero significativo di errori. Il fenomeno delle interferenze si manifesta particolarmente in caso di lingue affini, poichè è più forte la tendenza al transfer.

In conclusione,  dobbiamo incoraggiare gli alunni ad assummere un ruolo piú attivo nel processo di apprendimento e sottolineare l’idea che chi non commette errori in classe é perchè non partecipa, e questo é l´errore piú grande che si possa commettere, è proprio questo che ostacola l´apprendimento.
                                                                                                      Juan F. Aranda




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